IL CUORE DEI SIOUX


Nella riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, vivono gli Oglala-Sioux; la tribù dei discendenti di Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo. Nel dicembre scorso alcuni di loro dichiarano la revoca unilaterale dei trattati stipulati con il governo americano.

"The Republic of Lakotah" é il progetto per un nuovo stato, la dichiarazione d’indipendenza dagli USA.


Entriamo nella riserva da nord est, abbandonando la strada interstatale 90 da Kadoka. Le grandi pianure, le sconfinate praterie si aprono agli occhi. Lo spettacolo e’ immenso. Se si ha fortuna, ci dicono nel motel di frontiera in cui abbiamo passato la notte, si possono scorgere ancora i pochi Bisonti rimasti che un tempo garantivano la prosperità di questo popolo.

Pine Ridge, l’ottava riserva indiana più grande degli Stati Uniti con i suoi 9.000 Km2, poco più piccola dello stato del Connecticut é la zona più povera e depressa del Nord America. I dati sono discordanti ma la disoccupazione e’ tra il 45 e 80%, l’aspettativa di vita è tra i 45 e i 52 anni, il tasso di mortalità infantile è superiore del 300% a quello medio statunitense, il reddito medio pro-capite è tra i 2.500 e i 3.500 dollari annui, l’alcolismo, una piaga devastante…

Originariamente Pine Ridge faceva parte della Grande Riserva Sioux creata con il trattato di Fort Laramie del 1851 e poi con il secondo trattato del 1868; una vasta area che comprendeva gran parte delle grandi pianure tra gli odierni stati di North Dakota, South Dakota, Montana, Nebraska e Wyoming.

Durante il 1800 si susseguirono altri accordi più o meno forzati che ridussero di volta in volta le terre dei Lakota, per arrivare al 1889 quando la Grande Nazione Sioux fu sezionata in 5 riserve separate, una di queste era Pine Ridge.

E’ proprio qui che incontriamo Garry Rowland, nella sua casa a Wounded Knee, luogo tragicamentestorico.

Nel 1890 ci fu il massacro di 300 uomini Minneconjou e Hunkpapa, Sioux capeggiati dal capo Big Foot, fratellastro di Toro Seduto. Capo Big Foot riunisce la sua tribù nella riserva di Cheyenne River dopo che parte di essi erano fuggiti da quella di Standing Rock dove Toro Seduto era stato ucciso il 15 Dicembre proprio per mano della Polizia Indiana su ordine del governo.

Il gruppo muove in cerca di rifugio presso Nuvola Rossa a Pine Ridge ma viene intercettato e costretto a spostarsi a Wounded Knee dove avviene il triste epilogo. Si contano almeno 150 morti di cui 120 tra donne e bambini e molti feriti che moriranno poco dopo di fame e di freddo. Il nostro appuntamento con Garry Rowland è davanti all’ingresso del monumento al massacro, un piccolo obelisco con i nomi degli indiani caduti, davanti alla fossa comune dove furono ammassati i corpi.

Il suo nome in Lakotah (con l’h finale precisa lui) è Tegheya Kte, da oltre trent’anni membro e leader locale dell’American Indian Movement, ex para’ durante la guerra in Vietnam, leader dei Big Foot Riders (un gruppo che si riunisce ogni anno a dicembre per ripercorrere a cavallo l’ultimo viaggio fatto a suo tempo da capo Big Foot), ex capo del Teton Sioux Treaty Council e protagonista di tanti episodi di protesta contro la colonizzazione delle terre dei Lakotah Sioux.

Un duro e puro, considerato un guerriero, rispettato da molti e inviso ad alcuni per via della sua risolutezza nel difendere la tradizione e al non arrendersi alla scomparsa delle sue terre e del suo popolo. Era presente a Wounded Knee nel 1973 quando un’occupazione ad oltranza durata settantuno giorni e terminata nel sangue, cercava di denunciare la corruzione e il mal governo del consiglio tribale di Pine Ridge e del Bureau of Indian Affairs, riaffermando i diritti violati del trattato di Fort Laramie.

In quell’anno un giovane attivista di nome Russell Means, insieme ad altri membri dell’American Indian Movement, chiamarono a raccolta duecento pellerossa armati. Il governo americano circondo’ i riottosi con truppe di federali e polizia. Il conflitto si risolse con la morte di due indiani e la paralisi di un agente.

Il Bureau of Indian Affairs (BIA) è un agenzia del dipartimento degli interni USA che ha il ruolo di fornire servizi e finanziare infrastrutture e welfare nelle riserve indiane. Il suo operato è spesso criticato da piu’ parti (numerose le commissioni d’inchiesta istituite dal congresso) per la cattiva gestione dei fondi e delle politiche destinate alle riserve. In teoria le riserve indiane, che operano sotto la costituzione sancita con l’Indian Reorganization Act del 1934, mantengono un rapporto tra Governi con gli Stati Uniti. Hanno una spiccata autonomia e la popolazione residente elegge i consigli tribali che governano le riserve.

In pratica però dipendono dai fondi e dalle direttive del Bureau of Indian Affair, ramo del Dipartimento dell’Interno e dall’Indian Health Service, agenzia del Dipartimento della Sanità, entrambi controllati dal Congresso USA.

“L’incidente di Wounded Knee” porto’ il movimento del 1973 alla ribalta e un grande risultato fu ottenuto l’anno dopo nella riserva di Standing Rock, South Dakota. Novantasette tribu’ indiane del Nord e del Sud America si riunirono per sancire la Declaration of Continuing Independence. Migliaia di partecipanti firmarono un documento che stabiliva una presa di posizione netta sulla condanna della violazione dei trattati e una dichiarazione di indipendenza dagli stati colonizzatori.

Dopo trentatrè anni le Nazioni Unite renderanno ragione a quel documento approvando a maggioranza la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni il 17 settembre 2007. Australia, Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda voteranno contro e altri paesi si asterranno

ma 143 dei 192 paesi membri dell’Onu daranno il via libera alla risoluzione. E’ la scintilla che porta Russell Means, Garry Rowland e alcune fazioni del movimento Lakota=Sioux a fondare il movimento “Republic of Lakotah”.

La voce di Rowland e’ profonda, le sue parole scandite con pacatezza: -“ Il 17 dicembre 2007 sono stato fra i delegati che a Washington hanno consegnato al Dipartimento di Stato la dichiarazione di revoca unilaterale dai trattati vigenti tra il mio popolo e gli Stati Uniti d’America. Più che una secessione è una rivendicazione di sovranità e d’indipendenza della Nazione Sioux. Da più di 150 anni il governo coloniale degli Stati Uniti opprime la nostra gente violando sistematicamente i trattati ed è su basi legali che affermiamo i nostri diritti”. Ilmovimento avvalora leproprie tesi rifacendosi alla stessa costituzione americana e alle decisioni della corte suprema nonché alla giurisprudenza internazionale. Una delle violazioni più avversate da tutto il popolo Lakotah e’ l’occupazione delle Black Hills, terra sacra per i Sioux, avvenuta tra il 1874 ed il 1877. Dopo la scoperta dell’oro nella regione il governo americano esproprio’ gli indiani delle terre a loro assicurate dall’ultimo trattato di Fort Laramie. Non senza soffrire.

I confederati riportarono prima una sonora e famosa sconfitta contro le truppe di Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo a Little Big Horn, dove morì il famoso generale Custer, per poi occuparle successivamente inviando altre truppe e vendicandosi proprio a Wounded Knee nel 1890 per opera dello stesso 7º cavalleggeri distrutto 14 anni prima dagli indomiti guerrieri pellerossa.

Ad oggi mai nessuna compensazione economica, più volte offerta dagli Usa, è stata accettata dai Lakotah riguardo a quelle terre.

La stessa Corte Suprema ha stabilito nel 1980 che le terre contese furono illegalmente occupate individuando un risarcimento che ad oggi ancora giace in un conto fruttifero e ammonterebbe a circa 757 milioni di dollari.

Russell Means parla di genocidio e ricorda le affinità delle politiche del governo degli Usa con l’apartheid sudafricano e addirittura il nazismo. Nel decennio a cavallo tra il 1972 e il 1982 si stima che circa il 42% delle donne indiane furono sterilizzate tramite isterectomia senza il loro consenso. Alcune di loro si rivolsero ai tribunali ma scoprirono che i medici responsabili che le avevano consigliato questo “metodo contraccettivo” avevano sottoposto alla firma delle donne dei documenti che li esoneravano da qualsiasi responsabilità.

Le donne sono il fulcro della cultura Lakotah. Il nuovo stato si fonderebbe, continua Rowland, sul matriarcato, tradizionale forma di società del suo popolo.

Le Tiospaye sono i nuclei familiari allargati che al loro interno provvederebbero alla gestione della vita quotidiana delle comunità incluso l’ordine pubblico e l’economia di base per poi nominare i rappresentanti che partecipano alle assemblee decidendo le sorti dell’intera nazione.

Il tutto seguendo il principio del consenso, diverso dal nostro concetto “occidentale” di democrazia e di voto. Le decisioni vengono prese con l’uso della dialettica e della comprensione, dell’analisi e della discussione, senza cercare la scorciatoia del principio di maggioranza, più pragmatico e risolutivo ma fortemente compromissorio. Votare divide e crea fazioni. Ma la politica del consenso

paradossalmente ha forse creato quello che e’ il male storico più grande dei nativi americani: la divisione.

Ci sono almeno tre consigli non ufficiali che si sentono di rappresentare il popolo Sioux, ogni riserva ha il suo consiglio tribale ufficialmente eletto, le tante realta’ non sembrano riuscire ad unirsi per trovare gli accordi necessari a sostenere una causa comune.

Uno degli stessi delegati della Repubblica del Lakotah recatisi a Washington in dicembre, Duane Martin, è stato accusato poco dopo di raccogliere indebitamente fondi per se stesso. Il leader e mente del movimento, Russell Means, é visto in maniera contraddittoria dalla popolazione. Alcuni vedono nel suo progetto la proiezione del suo ego, altri lo ignorano, altri lo criticano per il

suo solitarismo. Russell Means è un attivista di lungo corso, protagonista di numerose azioni di protesta e di decisioni discutibili, candidato alla presidenza degli Stati Uniti nelle file del partito Libertario nel 1988, è devoto alla causa del suo popolo da sempre. Nel video presente sull’home page del sito www.republicoflakotah.com Means racconta le drammatiche condizioni della sua

gente, denunciando i soprusi subiti e illustrando il progetto della nuova repubblica. Il suo è il sogno di tanti e la disillusione di molti. È l’indiano del sogno del serpente in Natural Born Killers, è Chingachgook nell’Ultimo dei Mohicani, è Chief Powhatan in Pocahontas; una discreta carriera nel cinema e nella televisione, autore di un libro autobiografico è ormai uno dei nativi americani più celebri. Da anni insegue il progetto di fondare T.R.E.A.T.Y. una scuola ad immersione totale che fondi la cultura e la scienza moderna con le tradizioni, l’identità’ e la lingua Lakotah. Un riuscito esempio in tal senso è l’Oglala Lakotah College, scuola di Kyle SD, che è presente anche in podcast su iTunes. Solo recentemente la lingua, la religione e la cultura Lakotah-Sioux sono state riammesse come praticabili dal governo americano. Si calcola che solo un terzo della popolazione della riserva di Pine Ridge parli fluentemente la lingua Lakotah e tra questi la stragrande maggioranza ha più di 40 anni.

La nuova Repubblica ha tra i suoi obiettivi principali la produzione di energia rinnovabile tramite impianti eolici, fotovoltaici e geotermici, cercando di sfruttare l’immensa potenzialità del territorio esposto a sole e vento in quantità. Secondo Russell Means sarebbe in grado di produrre tutta l’energia necessaria al proprio sostentamento e di rivenderne la gran parte in eccesso a paesi come Canada e Stati Uniti.

Il nuovo paese istituirebbe una banca centrale e una sua valuta, non applicherebbe nessuna forma di tassazione e manterrebbe le frontiere aperte a chi volesse unirsi al nuovo stato, rinunciando però alla propria cittadinanza e garantendo la propriaautosufficienza economica. Garry Rowland afferma che sono stati avviati una serie di incontri all’interno delle comunità e delle riserve incluse nel territorio Lakotah al fine di approvare una costituzione comune. elle comunità e delle riserve incluse nel territorio Lakotah al fine di approvare una costituzione comune. La strada è ancora lunga e per molti impossibile ma il movimento è deciso e sicuro di poter compiere il suo progetto. A novembre ci saranno le elezioni per il rinnovamento del consiglio tribale di Pine Ridge; Russell Means si è candidato e sta portando avanti una campagna elettorale serrata. Se verrà eletto sarà più difficile per tutti ignorare le rivendicazioni del movimento e questo popolo avrà forse una delle ultime possibilità per riaffermare antichi valori e il principio

dell’autodeterminazione indigena, in una terra che sanguina ancora.

                                                                                                             Roberto Guercini

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