Yo creo / I believe
Non ci ho mai creduto davvero. Un giorno però mi sono chiuso pure io la porta alle spalle e ho cominciato a
camminare. Erano tanti e m’era venuto il dubbio che avessero ragione. Li ho seguiti, ho mangiato e dormito
con loro. Alcuni pareva ci fossero già stati, di quella strada ne conoscevano ogni pietra e ogni nome e
dicevano di sapere dove portava. Mi sono fidato di loro e sono stato uno dei primi ad arrivare.
Ho corso fin sul bordo e mi sono sporto per scorgere cosa c’era in fondo, dall’altra parte. Il muro non ha
retto. Eravamo troppi e tutti spingevano per passare. Sono caduto e ho cominciato a scivolare verso il basso,
come su un piano inclinato. Sopra di me, alzato lo sguardo, come da sotto la superficie d’un vetro, li vedevo
passare d’un balzo dall’altra parte, mentre io continuavo a rotolare in una fenditura della terra che pareva non
conoscere fondo, quasi che un terremoto avesse tranciato di netto l’una dall’altra parte, separando il bene dal
male, i buoni dai cattivi, lasciati soli a galleggiare alla deriva sopra la loro zattera di sabbia.
Ora so che sono stato uno di quelli che ce l’ha fatta a passare dall’altra parte. Gli altri hanno semplicemente
continuato a camminare finchè hanno deciso che erano abbastanza a nord e allora si sono fermati. Qualcuno
ha aperto una panetteria. Di molti altri non so. Quando mi avete ritrovato, erano trascorsi solo pochi giorni,
che sul mio corpo parevano mesi. Il sole che mi ha bruciato la faccia è sparito, al suo posto una luce fredda
e bianca. E ora siete tutti intorno a me, che volete sapere chissà cosa da chi c’è stato, da chi è tornato per
raccontare. La verità è che non ci ho mai creduto fino in fondo.
Adesso fatemi pure a pezzi. E gettate le mie ossa dentro al vulcano.
Gianni Vinciguerra